Riforma tariffe elettriche: come cambia la convenienza per il fotovoltaico
La riforma delle tariffe elettriche dei clienti domestici approvata dall'Autorità rende meno care le bollette per chi consuma di più e diminuisce il risparmio ottenibile con l'autoconsumo da fotovoltaico.
04/12/2015
Fine della tariffa progressiva - e dunque kWh in bolletta più caro per chi consuma meno - e oneri di rete spostati sulla componente fissa: il 2 dicembre l'Autorità per l'Energia ha pubblicato la delibera con la versione definitiva della riforma della tariffa elettrica per i clienti domestici, in cui si spiega come cambierà la bolletta a riforma ultimata, nel 2018 e negli step intermedi, dal primo gennaio 2016 e dal 2017.
La nuova tariffa
A regime, cioè nel 2018 la tariffa di rete (cioè i costi pagati per la trasmissione, distribuzione e misura dell'energia elettrica) e la tariffa per gli oneri di sistema (cioè i costi per sostenere attività di interesse generale per il sistema elettrico), in totale oltre il 40% della bolletta, saranno uguali per tutti e per ogni livello di consumo. Ora invece chi ha consumi bassi paga in proporzione di meno: è la cosidetta progressività della tariffa.
Inoltre i costi/oneri di rete saranno spostati in toto sulla parte fissa (per punto di prelievo e per potenza impegnata), mentre gli oneri di sistema rimarranno sulla componente variabile (cioè sui kWh consumati) per i residenti, mentre saranno divisi tra parte fissa e variabile per i non residenti.
Cosa cambia per chi risparmia o autoproduce?
Per chi investe per risparmiare elettricità, ad esempio acquistando elettrodomestici efficienti o producendola in casa con un impianto fotovoltaico o con un cogeneratore, la nuova tariffa sarà meno conveniente rispetto a quella attuale, tranne in alcuni casi, in cui i prelievi dalla rete restano alti, nei quali la nuova tariffa sarà più vantaggiosa.
Ad esempio, un utente residente con tariffa (attuale) D2 che ha consumi medi – 3.400 kWh/anno dei quali 2.200 prelevati dalla rete e il resto ottenuti da suo impianto fotovoltaico – vedrà il risparmio ottenibile dal fotovoltaico ridotto di oltre 100 euro all'anno, cioè quasi dimezzato.
Chi ha comunque consumi elevati e attualmente paga l'elettricità cara, perché non residente o con potenza impegnata maggiore di 3 kW (tariffa D3), sarà invece leggermente avvantaggiato o comunque non particolarmente danneggiato. Ipotizzando, ad esempio, che consumi 4.200 kWh/anno di cui 3.000 prelevati dalla rete, vedrà il risparmio crescere di circa 40 euro, mostra l'analisi che la stessa Autorità ha compiuto a partire dai dati GSE sui consumi degli utenti con scambio sul posto e impianto fotovoltaico (da cui sono tratti gli esempi sotto).
Perché converrà meno autoprodurre
Con la futura tariffa flat i consumi sotto a una certa soglia sono più cari rispetto all'attuale struttura tariffaria progressiva: il risparmio che si ottiene tagliando il prelievo dalla rete grazie all'autoproduzione da FV dunque è minore.
D'altra parte, l'eliminazione della progressività fa calare la spesa, rispetto alla bolletta attuale, per chi ha consumi elevati: questi utenti, pur vedendo come gli altri calare il risparmio ottenuto con il FV, a livello complessivo potrebbero avere comunque un piccolo beneficio economico dalla riforma.
Come cambieranno i conti in diversi casi
Caso 1: cliente domestico residente con potenza impegnata pari a 3 kW, dunque tariffa attuale D2, che grazie all’autoconsumo da fotovoltaico, pari al 35% dei consumi, riesce a ridurre i prelievi dalla rete da 3.400 a 2.200 kWh/anno.
Con la tariffa in vigore dal 2018 ci rimetterà 170 € all'anno rispetto alla situazione attuale.
Questo risultato è la combinazione tra il fatto che l'eliminazione della progressività rende più cara la sua bolletta (con consumi relativamente bassi) e che la stessa va a ridurre il risparmio che si ottiene con il FV. Il primo fattore rende la sua bolletta più cara di circa 50 €; il secondo riduce di oltre 100 € il risparmio da FV.
L'impatto è sintetizzato nel grafico sotto: nella colonna D2 la struttura tariffaria attuale, mentre T3-TD è la nuova tariffa in vigore dal 2018. Le altre (T0, T1, T2) sono ipotesi di riforma che erano state delineate nel primo dco.
Caso 2: cliente residente, sempre con tariffa D2, con consumi più alti, e per il quale, grazie all’autoconsumo, qui del 41%, i prelievi scendono da 5.000 a 2.900 kWh/anno.
Nel complesso il risparmio possibile grazie al FV si dimezza scendendo da circa 550 euro l'anno a circa 270.
Caso 3: utente con potenza impegnata di 6 kW, ora in tariffa D3, che grazie all’autoconsumo del 30% da fotovoltaico riduce i suoi prelievi a 3.000 kWh/anno su un consumo totale di 4.200.
In questo caso i conti migliorano leggermente, soprattutto perché la tariffa flat rende meno costosi gli elevati consumi in D3: in questo caso il cambiamento porterà un guadagno di circa 40 euro.
Caso 4: utente in D3, e per il quale grazie all’autoconsumo gli elevati prelievi scendono da 7.100 a 4.100 kWh/anno (autoconsumo pari al41%).
Per questo caso come si vede la convenienza resta pressoché invariata con la nuova tariffa.